Contributo a fondo perduto tramite Ministero dello
Sport.
Da lunedì 15 giugno al via le domande per Asd e Ssd
Questa è la dichiarazione del Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, durante una diretta video sui social.
“Ho firmato il decreto per la prima tranche da 51 milioni di euro per il
sostegno a fondo perduto destinato alle Associazioni sportive dilettantistiche e alle Società sportive dilettantistiche”. Stiamo lavorando alla stesura dei criteri in modo da non perdere
altre settimane per le erogazioni delle risorse”.
Riguardo all’atteso e molto tardivo contributo a fondo perduto per le ASD e le SSD, il ministro ha dichiarato che “si partirà dalle prime 15mila ASD e SSD che gestiscono impianti sportivi perché
hanno subito maggiori danni e perché è importante consentire di riaprire visto che anche le altre società si appoggiano a queste. Da lunedì (n.d.r. 15 giugno) si potrà fare domanda in maniera
estremamente semplice”.
Il contributo è previsto, sia per chi svolge l’attività in impiantistica privata che pubblica, ma condizionato (in questa fase) alla presenza di un contratto di locazione.
Verranno richiesti dei dati, da chi gestisce gli impianti sportivi, al numero di utenti che frequentano i centri, che “andranno inseriti su una piattaforma per poter erogare il contributo
immediatamente, con una procedura molto rapida. “Non so quante
realta’ riusciremo ad aiutare – spiega il Ministro- ma
abbiamo visto che delle circa 100mila tra Asd e Ssd, 15mila gestiscono anche impianti sportivi”.
Come accennavamo sopra la definizione di impianto sportivo è abbastanza vaga: per «impianto sportivo» si intende l’insieme di uno o più aree, preposte allo svolgimento dell’attività degli
atleti. Lo stesso può comprendere: lo spazio per la pratica sportiva; la zona spettatori; il bar, i servizi igienici e le aree accessorie. Gli impianti sportivi e gli spazi pubblici di
proprietà degli Enti locali destinati all’attività agonistica e non agonistica, con le relative attrezzature, costituiscono beni del patrimonio indisponibile delle Amministrazioni locali
destinati a soddisfare esigenze e bisogni dei cittadini. Vi sono poi impianti sportivi privati, ma riesce difficile determinare quando si sia in presenza di “impianto”. Numerosi censimenti
hanno ricompreso in questo concetto tutti gli spazi anche privati dove si svolgono le attività sportive.
Se la scriminante è il contratto di locazione riteniamo che siano molti più di 15.000 i possibili beneficiari, tuttavia dal ministero viene dato come dato certo.
Fortunatamente pare non trattarsi di un click-day, ma di una prima tranche
di contributo, che dovrebbe essere reiterata.
Segnaliamo inoltre che, dalla settimana successiva (22 giugno, salvo contrordini), ci sarà la possibilità di richiedere (a fronte di certificazione della attività , numero tesserati o altro,
iscrizione a registro coni) un contributo “secco” a fondo perduto anche per tutte le altre attività (non aventi contratto di locazione).
Il tutto è cumulabile con altre forme contributive (es. mutui agevolati Credito Sportivo).
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Contributo a fondo perduto tramite l’Agenzia delle
Entrate.
Le domande potranno essere inviate a partire da lunedì 15 giugno
Un contributo a fondo perduto può essere richiesto da numerosi soggetti titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo tra cui anche le attività sportive che
abbiano i requisiti.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello attraverso il quale imprese e partite Iva possono richiedere i finanziamenti a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio. Le domande
potranno essere inviate a partire da lunedì 15 giugno: il modello pubblicato sul sito dell’Agenzia dovrà essere compilato e inviato mediante il canale telematico Entratel oppure un’apposita
procedura web che potrà essere seguita sul portale Fatture e Corrispettivi. C’è tempo fino al 24 agosto.
Come possiamo richiedere il contributo?
I finanziamenti a fondo perduto possono essere richiesti compilando elettronicamente il modello, che dovrà essere presentato tra il 15 giugno e il 24 agosto. Come sopra anticipato, per
trasmetterlo, si potrà utilizzare il canale telematico Entratel/Fisconline: nell’area del portale riservata a Fatture e Corrispettivi con una procedura dettagliata da seguire. Ci si potrà
anche avvalere di un intermediario.
Qui di seguito illustriamo alcuni argomenti di interesse, tuttavia consigliamo di leggere approfonditamente gli allegati alla presente
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/provvedimento-10-giugno-2020.
Qui troverete:
- Provvedimento
- Istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto
- Istruzioni per la compilazione
- Specifiche tecniche per la predisposizione e l’invio dell’istanza
In allegato il documento informativo.
A quanto ammonta il finanziamento previsto?
Alla differenza fra il fatturato e i corrispettivi del mese di aprile 2020 e il valore corrispondente del mese di aprile 2019 si applica una specifica percentuale in relazione all’ammontare
di ricavi e compensi”. La percentuale sarà del 20% se i ricavi e i compensi totalizzati nel 2019 non hanno superato i 400 mila euro, del 15% se non sono superiori a 1 milione di euro, e al
10% se non si è oltre la soglia di 5 milioni di euro.
“Il contributo è comunque riconosciuto per un importo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche”. Infine si sottolinea che
questi finanziamenti sono esclusi da tassazione, sia per quanto riguarda le imposte sui redditi, sia per l’Irap. Non incide nemmeno sul calcolo del rapporto per la deducibilità delle spese e
degli altri componenti negativi di reddito, compresi gli interessi passivi.
A che soggetti spetta il contributo?
I contributi a fondo perduto stanziati dal governo nel decreto Rilancio possono essere richiesti dalle imprese, dalle partite Iva.
“Non possono fruire del Bonus a fondo perduto i soggetti la cui attività risulta cessata nella data di presentazione della domanda, i soggetti iscritti agli enti di diritto privato di
previdenza obbligatoria (le cosiddette casse previdenziali), gli intermediari finanziari e le società di partecipazione (art. 162-bis del Tuir), i soggetti che fruiscono del bonus
professionisti e del bonus lavoratori dello spettacolo introdotti dal Decreto Cura Italia e gli enti pubblici (art. 74 del Tuir)”.
Vanno però rispettati una serie di requisiti. Nel 2019 non bisogna aver totalizzato ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro. Inoltre, l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi nel mese di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi di quanto registrato nello stesso mese dell’anno precedente. Se l’attività è stata avviata dopo il 1° gennaio 2019, per poter richiedere il contributo basta aver subito un calo del fatturato.
Presa in carico e controlli
Una volta trasmessa l’istanza, il sistema informativo dell’Agenzia delle entrate risponde con un messaggio in cui è contenuto il protocollo telematico assegnato al file dell’istanza
trasmessa: si suggerisce di memorizzare subito questo codice perché consente, anche successivamente, di risalire all’istanza trasmessa.
Al contempo, il sistema effettuano una serie di controlli formali su alcuni dati presenti nell’istanza (per esempio, l’esistenza del codice fiscale del soggetto richiedente, della partita Iva
attiva, la presenza di tutti i campi obbligatori eccetera).
Se i controlli formali hanno esito negativo, viene rilasciata una “ricevuta di scarto”. Se i controlli formali hanno esito positivo, viene rilasciata una prima ricevuta che attesta solo la
“presa in carico” dell’istanza per successivi controlli più approfonditi.
Se, dopo aver inviato l’istanza, il contribuente si accorge di aver commesso qualche errore, può trasmettere una istanza sostitutiva fino al momento del rilascio della ricevuta relativa agli
ulteriori controlli.